Momenti di riflessione, dalla pittura alla fotografia
Disinvolte, così mi appaiono, le opere che si snodano sulle pareti della galleria. Lavori che non hanno bisogno di fiumi di parole, parlano un linguaggio “ semplice”, ma nello stesso tempo ricco di sapienza gestuale, compositiva, di mestiere. Le osservo come un padre vede i suoi figli, così me l’hanno trasmesso gli artisti e i critici che “vivevano” la galleria di mio padre. Una eredità pesante per chi ha avuto l’onere di amare l’arte nella sua essenza, disdegnando l’effimero. La loro cifra mi è chiara, come mi è chiara ogni loro singola pennellata.Sono restio a cederle perché sono l’anima stessa di questo spazio espositivo. Ogni volta che attraverso le sale, mi soffermo su una di loro, la osservo, l’accarezzo, ho bisogno di quel senso tattile della materia, mi compiaccio di quelle stesure quasi fossero mie. Mie perché mi parlano del tormento, della felicità, dunque degli stati d’animo di chi ha speso la propria esistenza nell’arte. Non vedo figure, ne paesaggi o nature morte, vedo l’autobiografia dell’essere artista. Tra i nomi noti che inutile elencare, sfilano le nuove leve. Non avvezzi alla moda, intrisi di cultura artistica il cui dono è la contemporaneità reale, non vivono di autocelebrazione dello stupire, ma godono di quella consistenza che io amo. Ogni inaugurazione come fosse la prima. Forse nessun lavoro mi avrebbe così tanto gratificato. Opere di Luigi Crisconio, Guido Casciaro, Alberto Chiancone, Giovanni Brancaccio, Rubens Capaldo, Carlo Verdecchia, Mario Vittorio, Raffaele Lippi,Paolo La Motta, Sandro Viglione, Elio Waschimps, Alessandro Bella, Emma Crimi, Simona Pugliese, Debora Palazzo, Achille Cevoli, Frankie Musella
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