Nicodemo napoleone ed i requisiti di una vera opera d’arte.
L’artista abruzzese NICODEMO NAPOLEONE ha da poco inserito nel suo nuovo sito web un’interessante rassegna di dipinti realistici con le indicazioni per quanti voglio approfondire le proprie conoscenze sull’arte e sulle filosofie che vi ruotano intorno.www.napoleonenicodemo.comIn questa sede, all’artista abbiamo chiesto di illustrarci le caratteristiche più importanti di un’opera d’arte e come distinguere un buon lavoro da un lavoro mediocre.Queste le sue teorie:Un'opera d'arte ha tre componenti essenziali: soggetto, forma e contenuto. Delle tre, però, la prima ha scarsa rilevanza perché col tempo perde valore, dal momento che è solo un pretesto per l'artista, lo spunto per esternare le sue idee, per svolgere un'indagine dettagliata o per qualche particolare emozione da fissare. Il fascino di un dipinto mai dipende dal soggetto raffigurato, né dalla ricchezza della composizione e tantomeno dalla foggia delle cose illustrate. Sentenziava Aristotele: "Non è la bellezza del modello, ma la bravura dell'artista che fa la bellezza dell'arte". L'argomento, quindi, è ininfluente; non ha importanza "cosa" si racconta, ma "come" si racconta; ad esempio, gli dèi dell'Olimpo sono morti ma l'Iliade e l'Odissea sono poemi immortali. Nell'arte contano solo forma e contenuto. La forma è la maniera di esprimersi, lo stile dell'artista, somma di tante ostinate fatiche; tanto piú valido quanto piú è chiaro, comprensibile, fluido, discorsivo, sapiente, avvolgente, elegante e, soprattutto, in grado di esaltare tutti gli impulsi dell'anima. Il contenuto, infine, è ciò che va oltre il tema, è il significato di quanto si racconta; riassume la genialità e la poetica dell'artista, la sua cultura, il suo pensiero, la sua capacità di saper imprimere all'opera i valori del suo tempo e gli ideali a cui si ispira. Non dimentichiamo che la natura è muta se non la si fa parlare e che, proprio per questo motivo, l'osservatore guarda sempre sbalordito attraverso lo spiraglio magico apertogli dall'artista. Soleva dire Benedetto Croce: "Ciò che piace e si cerca nell'arte, ciò che fa balzare il cuore e ci rapisce d'ammirazione, è la commozione, il calore, il sentimento dell'artista; questo soltanto ci dà il criterio per distinguere l'arte vera da quella falsa. Ad un artista non si domanda che istruisca su fatti reali o su pensieri, o che stupisca per la ricchezza della sua immaginazione; ma che abbia una personalità al contatto della quale l'animo dell'uditore o dello spettatore possa riscaldarsi". Insomma, il pittore deve fare il poeta, non lo squinternato. Risulta perciò evidente che, per compiere le vere rivoluzioni nell'arte, bisogna agire non sul soggetto, ma sulla forma e sul contenuto, ovviamente con un linguaggio chiaro, senza arbitrarie distorsioni.Tutti i grandissimi geni da Fidia a Scopa, da Prassitele a Lisippo, da Giotto a Masaccio , da Leonardo a Giorgione, a Caravaggio, a Rembrandt, a Constable... hanno dimostrato quanto fossero di gran lunga piú importanti stile e contenuto . Se io, oggi, dipingo un paesaggio con delle pecore al pascolo, non sono un retrogrado, un passatista, un artista senza fantasia solo perché questo è un tema vecchio, sfruttatissimo e ricorrente nella storia dell'arte. L'arte della pittura non consiste nel dipingere cose nuove, ma nell'approfondita conoscenza di esse, nel trattare gli stessi argomenti con nuovo sentimento, con nuovo misticismo, con rinnovata passione. Non solo il mondo esterno (corretto e abbellito) dev’essere rispecchiato nell’arte, ma il significato ed i contenuti di quanto si racconta devono essere anche edificanti e belli. Qualcuno ha detto che l’artista ha il compito di correggere gli errori del buon Dio. La natura è lì da centinaia di migliaia di anni, è eterna, ma l'arte è sempre nuova perché siamo nuovi noi. Come nella musica e nella matematica così in pittura; il linguaggio dev’essere universale e comprensibile in ogni angolo del mondo. L’arte è una scienza, proprio come la chimica, la fisica, la matematica, ecc..Allora che senso ha esaltare un’opera d’arte realizzata in un linguaggio incomprensibile? Quale tipo d'uomo viene riflesso in una bruttura? Certamente non un animo sensibile.La vera arte non può tenersi lontana dalla verità e dalla bellezza; etica ed estetica sono le facce di una stessa medaglia; tanto in pittura quanto in letteratura, lo stile non dev'essere soggettivo, ma oggettivo. Afferma Schopenhauer : "Gli Antichi, i cui pensieri continuano a vivere nelle loro parole da millenni, hanno scritto con immancabile accuratezza; sembra che Platone abbia scritto sette volte l'inizio della sua Repubblica". Dunque, è piú difficile farsi capire sempre, ovunque e da chiunque che essere intesi solo dall' "amico"; è piú faticoso edificare che distruggere, è piú complicato creare un oggetto fine e bello che grossolano e brutto, altrimenti saremmo tutti artisti.A questo punto si potrebbe osservare: ma, in ogni campo, per migliorarsi, bisogna per forza cambiare delle cose. Sì. Per apportare novità all'arte, occorre sempre modificare le vecchie concezioni per crearne delle nuove, migliori. Però la storia insegna che i grandi maestri dei periodi artisticamente piú splendidi non sovvertirono così drasticamente il sistema né sconquassarono l'ambiente solo per speculazione politica o per volere di qualche bieco despota. Distruggere per evolversi è un'idea sbagliata!Gli antichi Greci raggiunsero livelli eccelsi, forse irripetibili, innanzi tutto perché non ripudiarono le conquiste dei loro avi e poi perché non accettarono innovazioni inutili. Anche nei periodi di maggior splendore, non avevano grandi eccedenze di beni ma solo eccedenza di tempo, che dedicarono alla ricerca di contenuti piú degni e di forme espressive piú realistiche. E quando il Cristianesimo e le invasioni barbariche misero in subbuglio il mondo greco-romano, provocando la crisi di idee e di cultura che portò attraverso il Medioevo agli sviluppi che conosciamo, si avvertì presto la necessità di un riallacciamento al passato, di un ritorno alla "perfezione". La sopravvivenza dell'antico, agli Europei, fu assicurata dagli artisti fiorentini del Rinascimento che studiarono i ruderi romani con lo scopo di migliorare lo stile e i contenuti dell'arte "gotica", ritenuti brutti e poco consoni ai nostri criteri di equilibrio e di bellezza.La loro poetica umanistica regnò dal delta del Nilo alle sorgenti del Tamigi per ben oltre trecento anni e permise di eguagliare egregiamente le meraviglie del passato. Per quei maestri l'arte nuova era un orgoglioso ritorno ai vecchi schemi, alle regole dell'armonia, un ritorno al classico, cioè al bello."Noi siamo nani seduti sulle spalle dei giganti. Se riusciamo a vedere meglio e piú lontano degli antichi, non è per acutezza di vista né per capacità corporale, ma perché essi ci sostengono e ci innalzano" (Jean de Salisbury). La tradizione, quindi, è la grande, inesauribile sorgente del nostro sapere; l'antitradizionalismo non ha proprio senso.
E’ possibile visitare il sito on line del pittore NICODEMO NAPOLEONE al seguente indirizzo:www.napoleonenicodemo.com
Addetto stampa:Ruta Anna RitaVia Palermo, 3065122 PescaraTel. 085.296.154info@napoleonenicodemo.com
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