Giovanni Cappelli
COMUNICATO STAMPA
Sabato 22 ottobre 2016 alle ore 18
presso la
sala espositiva dell’Associazione Culturale Nino Lucchi
in Piazza del Popolo, 27 – Cesena
sarà inaugurata la mostra personale di opere di
Giovanni Cappelli
A 22 anni dalla scomparsa del pittore ed amico Giovanni Cappelli, l’Associazione Culturale N. Lucchi, ha sentito il dovere e il piacere di ripresentare al pubblico una selezione di opere del maestro cesenate che ha segnato con la sua forza espressiva uno dei momenti più significativi della storia culturale ed artistica della nostra città.
“Il mondo di Cappelli, scriveva Franco Solmi nel ’61, non è lontano da noi, perduto negli insondabili abissi di una realtà metafisica più presupposta che vissuta. Tutto qui è immediatamente verificabile con un metro umano: l’uomo è egli stesso portatore della sua realtà, determina l’ambiente in cui vive, crea lo spazio che lo circonda e nello stesso tempo ne è determinato e creato, anche come immagine.”
E’ questo “mondo” che ancora sentiamo vivo e attuale che vogliamo di nuovo raccontare in questa mostra con la preziosa collaborazione di Romagna Iniziative.
La mostra presenta opere degli anni ’50 ’60 e ’70 che rappresentano il suo intero percorso artistico e i vari temi da lui .
Orari di apertura: feriali ore 9.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00; sabato e domenica ore 16,30 – 19,30.
Info: 0547-29560
Brevi note biografiche:
Giovanni Cappelli si iscrive, già diciassettenne, al Liceo Artistico di Bologna e prosegue la sua formazione seguendo i corsi della Scuola del Nudo tenuti da Virgilio Guidi presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città. A Cesena, stringe sodalizio con Alberto Sughi e Luciano Caldari in nome di un’arte neorealista, condividendo con gli amici un atteggiamento non omologato a pur vicine tendenze ideologicamente e politicamente impegnate. Nel 1947 si trasferisce con Sughi a Torino e nel 1949, con Sughi e Caldari, a Roma dove frequenta gli artisti del Gruppo Arte Sociale e del Gruppo del Portonaccio. I soggetti delle sue prime opere sono figure e ambienti di una povera vita popolare, bracciantile o marinara. Nel 1956 viene invitato alla Biennale di Venezia presieduta da Roberto Longhi. Nel 1959 si trasferisce a Milano e la sua pittura, abbandonata la stretta osservanza del verismo precedente, si concede a nuove sintesi formali in cui viene riportata, con accenti esistenzialistici mutuati da autori letterari come Sartre, Camus, Beckett e Pavese, la condizione di una umanità degradata ed emarginata ambientata in poveri interni o nelle tetre e opprimenti periferie milanesi. A partire dagli anni Settanta queste tensioni si stemperano in preziosi recuperi coloristici e in un cammino che è stato definito “dal buio alla luce” (Dino Formaggio). Gli ultimi anni di vita vengono trascorsi da Cappelli nel buen retiro di Fornico sul Lago di Garda. Cappelli ha esposto alla Quadriennale di Roma (1963), in varie sedi romagnole, è stato seguito da critici come Marco Valsecchi, Mario De Micheli e Raffaele Carrieri e ha tenuto a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1989) la sua più importante mostra personale.
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