Vito Gamberale: ”Vita carceraria non può rinchiudersi in una stanza”
Nel corso di un seminario dedicato al sistema carcerario, Vito Gamberale ha evidenziato le principali problematiche che gravano sulla situazione dei detenuti in Italia
Rebibbia: Vito Gamberale interviene al seminario "il senso della pena"Sono in molti a ritenere che il carcere non debba essere solamente una struttura nella quale i detenuti sono costretti a scontare la propria pena. In molti Paesi si moltiplicano le iniziative per far sì che chi ha sbagliato goda dell'opportunità di integrarsi nuovamente nella società. Vito Gamberale, tra i top manager italiani di più lungo corso, ha discusso di questo tema nel seminario "Il senso della pena", organizzato dall'AIC nell'istituto penitenziario di Rebibbia. Durante l'evento si è parlato della situazione a livello europeo, ponendo a confronto il sistema italiano con quello degli altri Paesi del Continente. In termini di popolazione, è emerso come nella Penisola la distribuzione sia in linea con la Francia, con circa un detenuto ogni 100.000 abitanti. Un dato nella media, a cui fanno da contraltare tuttavia le statistiche relative sia all'incidenza percentuale degli stranieri, il 34% del totale, sia dei detenuti occupati, appena il 24%, a fronte del primato della Germania con oltre il 40%. In particolare emerge che la stragrande maggioranza di coloro che lavorano, circa l'85%, è attiva nell'ambito dell'amministrazione penitenziaria. Vito Gamberale ha ricordato inoltre come l'Italia occupi il secondo posto per decessi in carcere e per tassi di suicidio.
Vito Gamberale: "Occorre assicurare ai detenuti variazione costante di spazio e tempo"Il triste dato dei suicidi nelle carceri, ricorda Vito Gamberale, è un chiaro segnale di disagio. Per questo motivo, nel suo discorso il top manager ha evidenziato come nell'ambito di una situazione di restrizione "si dovrebbe garantire a chi è detenuto una variazione continua del tempo e dello spazio a disposizione". In tale ottica, secondo il dirigente il lavoro rappresenta l'opportunità più importante di redenzione e riabilitazione, consentendo al detenuto di "sentirsi legato al mondo esterno e quindi vivere un tempo che si differenzia giorno per giorno, in uno spazio che non sia unico e ripetitivo". Per far si che ciò avvenga, Vito Gamberale evidenzia la necessità di prendere in considerazione l'idea di inserire i detenuti tra le categorie lavorative protette e ottimizzare la già esistente legge Smuraglia. Il manager ha ricordato inoltre la sua personale esperienza, che lo ha visto protagonista di importanti iniziative in materia. Nel 1998, mentre era ai vertici di Tim con l'incarico di Amministratore Delegato, ha contribuito infatti alla realizzazione di due centri di lavoro, uno a Rebibbia e un altro a San Vittore.
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