Login »Nick: Pass:
Twitter
Facebook

Prodotti dietetici e l’industria della dieta: amici o nemici?

AIDAP Padova – Associazione Disturbi dell’alimentazione e del peso

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato l’obesità un’epidemia globale e sta avendo un incremento in tutti i segmenti della nostra società. Se l’industria alimentare da un lato usa tecniche di marketing per farci assumere più cibo, dall’altra ci propone “prodotti dietetici” e “light” per catturarci su entrambi i fronti. Come difendersi?

Il prof. Roessner, uno scienziato svedese e presidente dell’Associazione Internazionale per l’Obesità, afferma che non vi è un paese nel mondo dove l’obesità non abbia subito un incremento.

Le conseguenze mediche, psicologiche e sociali sono severe, e i comportamenti che causano l’obesità, ossia la dieta sbagliata e la sedentarietà, sono i maggiori responsabili delle malattie cardiache. La ricerca ha inoltre evidenziato la correlazione tra obesità e più di trenta condizioni mediche associate.

Il trattamento dell’obesità è costoso per la sanità pubblica, poco efficace e impraticabile su larga scala. In un momento storico in cui si sta verificando un fenomeno epidemico di così vaste proporzioni nelle società occidentali e industrializzate, è un dovere delle autorità politiche e di chi si occupa di salute pubblica salvaguardare e avvisare i consumatori per far sì che vi sia una riduzione dell’introito di cibo, che si effettuino dei controlli sulla sovrapproduzione di cibo a basso costo e sull’aumento delle porzioni.

Marion Nestle, professore e presidente del dipartimento di nutrizione, studi sul cibo e salute pubblica all’Università di New York, denuncia che le industrie del cibo americane hanno utilizzato sofisticate tecniche di marketing e di pubblicità per riuscire a far mangiare di più la popolazione. La pubblicità è responsabile soprattutto delle cattive abitudini alimentari dei bambini che non riescono a percepire la differenza tra il programma televisivo e la pubblicità che viene loro proposta. Non solo i bambini non soli tutelati, ma personaggi famosi che pubblicizzano compagnie e prodotti alimentari, catene alimentari, bevande, assumono un comportamento non etico nei confronti dell’intera  popolazione. Davanti alla richiesta alle industrie di produrre cibi più salutari la risposta paradossale è quella di produrre cibi dietetici!

Allora l’industria della dieta è amica o nemica dell’uomo? Il problema sottostante è questo: non vi sono per l’industria cibi buoni o cattivi ma vi sono solo profitti, non vengono promossi frutta e verdura perché sono salutari, ma solo per incrementarne le vendite! Le decisioni di occuparsi dell’industria della dieta devono perciò essere prese e regolate a molti livelli. Primo tra tutti quello dei legislatori che devono prendere delle decisioni politiche, fare delle leggi e sicuramente poi anche lavorare ad altri livelli come ad esempio i sovrintendenti ai servizi scolastici, alle mense, etc., dovrebbero occuparsi della qualità del cibo che propongono ai loro clienti.

Che cosa fare allora? Qui di seguito sono proposte molte alternative per combattere non solo l’industria della dieta ma anche per migliorare la dieta e l’inattività fisica che contribuiscono ad aumentare i comportamenti non salutari e l’obesità:

  1. Comprendere che è stato il cambiamento ambientale causa nel mondo dell’epidemia di obesità e che l’ambiente è il logico luogo d’intervento;
  2. Riconoscere che il trattamento dell’obesità a livello pubblico è molto difficile e costoso e che la prevenzione deve essere una priorità nazionale;
  3. Definire la posizione della Salute Pubblica  identificando e delineando i tipi di cibo da consumare meno;
  4. Impegnarsi sulla popolazione infantile per migliorarne l’ambiente salutare, in particolare modificando la dieta e l’inattività;
  5. Favorire una cultura nel mondo che promuova il cibo non salutare come inaccettabile perché dannoso nel lungo termine;
  6. Sviluppare delle strategie nazionali per promuovere l’attività fisica;
  7. Incoraggiare le celebrità a non promuovere cibi non salutari, e a promuovere, invece, cibi sani e attività fisica;
  8. Pretendere dai produttori di TV e cinema per bambini di non pubblicizzare cibi in programmi per i bambini;
  9. Dimostrare come mangiar sano e fare una buona attività sia connesso con una performance accademica;
  10. Supportare programmi che comunichino ai bambini informazioni sulla nutrizione e sull’attività fisica;
  11. Aiutare la popolazione, le categorie professionali sanitarie e i leader di governo a diventare consapevoli che le grandi porzioni di cibo conducono a mangiare di più e che le persone non compensano le calorie in eccesso riducendo gli altri pasti;
  12. Educare le persone, iniziando dai bambini, a servirsi di porzioni appropriate;
  13. Incoraggiare le compagnie alimentari a mostrare delle porzioni ragionevoli nelle loro pubblicità ed evitare suggestioni sul costo delle grandi porzioni;
  14. Richiedere l’etichetta nei cibi confezionati con riportati gli ingredienti, il peso e le calorie.

 

Dott.ssa Lucia Camporese – Psicologa, psicoterapeuta

Dott.ssa Diana Soligo - Dietista

Tel: 049 604752

e-mail: lucia.camporese@tin.it

Comunicato di Avatar di dianasoligodianasoligo | Pubblicato Giovedì, 19-Lug-2012 | Categoria: Benessere
Portale automobilistico
Elenco e offerte Terme

Reazioni:

Voto medio

2.00

1 VOTO

Iscriviti per poter votare questo comunicato o pubblicarne uno a tua volta.
 

Iscriviti

Iscriviti
Iscrivendoti potrai inserire nuovi comunicati, votare i comunicati altrui e gestire i tuoi post ed il tuo profilo senza limitazioni.
Clicca qui o sull'immagine per aggiungerti
Versione Mobile