Le complicanze della prostatite cronica
Mentre le forme lievi di prostatite tendono a guarire autonomamente, grazie al riconosciuto potere antibatterico del secreto ghiandolare prostatico, quando si manifestano i sintomi di una prostatite cronica, le complicanze possono essere molteplici.
Epididimite, funicolite, vescicolite, ascessualizzazione, fistolizzazione (uretra-retto-perineo),sono alcune delle più gravi conseguenze che tale patologia potrebbe comportare. Tuttavia i trattamenti all’avanguardia che noi pratichiamo, permettono di confinare queste infiammazioni a rari casi.
Tra le complicanze più rilevanti della prostatite cronica, c’è la sclerosi secondaria del collo vescicale. A causarla, il coinvolgimento nell'evoluzione fibrosa degli elementi muscolo-elastici dello sfintere vescicale prossimale, dell'uretra prostatica. Annoverabili nell’elenco delle complicanze della prostatite, ci sarebbero anche le microdiverticolosi, ossia formazioni di pseudocisti, la calcolosi ghiandolare secondaria della prostata, nonchè vescicoliti e fistolizzazioni. Si tratta tuttavia di una sfera che racchiude una pluralità d’ipotesi, difficilmente concretizzabili.
La prostatite cronica può inoltre, avere un impatto importante sulla sfera psico-fisca del soggetto. Le ripercussioni principali in questo senso, possono manifestarsi nella vita sessuale e riproduttiva del paziente. Per ciò che concerne il primo ambito, le complicazioni riguardano un abbassamento della soglia reflessogena, dovuto a fenomeni congestizi e fisico-chimici locali, con possibile eiaculazione precoce, turbe della libido, dell'erezione e dell'orgasmo. Rispetto alla funzione riproduttiva, si può arrivare a stati di ipofertilità o di vera e propria infertilità, dovute alle modificazioni del liquido seminale.
Tali trasformazioni possono essere attribuite ad alterazioni morfofunzionali, che si vengono a creare sia nella ghiandola prostatica che nella via seminale, ad alterazioni immunologiche, e ad alterazioni biochimiche del secreto prostatico, le quali si riconducono essenzialmente ad una diminuzione della densità del liquido seminale, provocata dalla ridotta secrezione prostatica, con conseguente diminuzione dell'acido citrico e dello zinco. L’azione battericida dello zinco infatti, avrebbe un ruolo essenziale sulla qualità dello sperma.
Le modificazioni del liquido seminale scaturite dalle suddette alterazioni sono: oligospermia, astenospermia, aumento in percentuale delle forme immature e della alterata morfologia della testa degli spermatozoi, fenomeni di agglutinazione e morte degli spermi entro 5-6 ore dall'eiaculazione.
Valentina scrive per www.prostatitis2000.org
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