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Il neurostimolare lombare per la terapia del dolore approfondimenti

La lotta al dolore rappresenta da anni uno dei primari obiettivi della medicina moderna la quale, nel frangente degli studi per la completa comprensione di ogni comparto anatomico al fine di poterne riparare ogni difetto o danno indotto, sta cercando di soddisfare le necessità dei soggetti affetti da disturbi cronici cercando di veicolare le sensazioni di fastidio e/o dolore intervenendo non tanto sull’elemento di origine quanto sul meccanismo d’irradiazione del dolore stesso noto da tempo seppur ad oggi non vi fossero delle concrete e semplici soluzioni per poterne contrastare gli effetti.

In tal senso il neurostimolatore lombare ha dimostrato di essere un approccio dai risultati superiori alle aspettative, agendo in senso diretto sull’area interessata da un’ampia gamma di disturbi di postura e movimento difficilmente contrastabili con analgesici vari sia a causa dell’effetto dispersivo nel corso del tempo (dovuto anche alla generazione di una sorta di farmaco-resistenza da parte del corpo) sia per gli effetti collaterali che l’eccessivo utilizzo di farmaci può vantare rispetto il sistema corporeo ed in particolarmente modo nei confronti di fegato, reni e circolazione sanguigna.

In cosa e come agisce quindi il neurostimolatore lombare? Il processo si articola sull’utilizzo di un neurostimolare impiantato sull’area da veicolare tramite un processo chirurgico che porrà in contatto l’hardware con lo spazio epidurale tramite elettrocateteri progettati per interfacciarsi col naturale sistema nervoso agendo sui medesimi impulsi responsabili di dolori viscerali e somatici. Il neurostimolatore inizia così ad emanare impulsi elettrici quasi similari per intensità di carica a quelli neuronali, sovrapponendosi ai naturali impulsi per veicolarne i segnali prima che questi vengano codificati dalla rete neuronale del cervello traducendosi in fastidio e/o dolore dell’area interessata.

Il meccanismo del neurostimolatore lombare viene veicolato da un dispositivo di controllo che agisce sull’intensità ed il ritmo degli impulsi offrendo così al soggetto interessato dal proprio utilizzo di poterne regolare sia la qualità che la durata offrendo in tal senso un sollievo che non si limita ad un paio d’ore bensì anche a tutta la giornata, permettendo di tornare a camminare, correre o svolgere qualsiasi altra attività giornaliera senza il fastidio provocato dalla costante sensazione di dolore. I risultati di tale tecnica, in costante crescita, confermano come la percentuale di successo sui casi sottoposti a studi sia superiore al 70% a prescindere dalla patologia, ciò poiché bisogna ricordare quanto il meccanismo in sé non agisca sul problema risolvendolo bensì veicoli esclusivamente gli impulsi elettrici allievando il dolore legato alla patologia o alla cronicità di cui si soffre.

L’intervento d’impianto di un elettrostimolatore lombare risulta quanto più sicuro possibile, non vantando particolari rischi pur se presuppone al contempo l’interazione dello strato epidurale da sempre considerata una zona ad elevato rischio, e ciò esclusivamente alla precisione dei dispositivi medico-chirurgici utilizzati per finalizzare l’impianto permanente che, ad ogni modo, viene autorizzato soltanto dopo un periodo di prova di un sistema provvisorio al fine di garantire la totale funzionalità rispetto al singolo paziente valutando la risposta del sistema nervoso e la capacità di veicolare gli impulsi di dolori nello specifico caso.

Comunicato di Avatar di marketingseomarketingseo | Pubblicato Lunedì, 12-Dic-2016 | Categoria: Benessere
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