Quali sono i possibili rischi dell’addominoplastica
L’addominoplastica è un intervento di chirurgia estetica tra i più richiesti al mondo, in quanto si tratta di una tecnica efficace e ampiamente sperimentata per ridare forma e bellezza ad un addome flaccido e pendulo, con ombelico cadente e i muscoli addominali rilassati e che presenta un eccesso di cute e di adipe dovuto a gravidanze o ad un forte dimagrimento. L’addominoplastica viene richiesta da entrambi i sessi come rimedio definitivo agli inestetismi dell’addome e può essere abbinata alla liposuzione dell’addome stesso o dei fianchi.
Nonostante questo intervento, se eseguito da professionisti in una sala operatoria sterile e seguendo tutte le pratiche igieniche e asettiche, sia considerato estremamente sicuro, non è mai del tutto esente da rischi. Non esiste operazione chirurgica in cui i rischi siano zero, anche se ogni chirurgo lavora per abbassarli il più possibile e per evitare l’insorgenza di complicanze. Alcune tipologie di pazienti, inoltre, sono maggiormente a rischio di altre e ogni paziente deve essere consapevole che l’addominoplastica comporta dei rischi che non sono mai del tutto eliminabili.
Il rischio di sanguinamento è sempre presente, specialmente nei pazienti che necessitano la rimozione di grandi volumi di cute o grasso; il sanguinamento eccessivo viene controllato attuando la vasocostrizione, l’emostasi chirurgica e se necessario una trasfusione. Potrebbe formarsi anche un sieroma, ovvero un accumulo interno di siero che viene prodotto dai tessuti in risposta alla ferita chirurgica e allo scollamento tissutale che comporta la procedura stessa; solitamente vengono posizionati dei drenaggi per far defluire il siero prodotto ed evitare l’accumulo all’interno dell’addome.
Uno dei rischi più temuti dell’addominoplastica è l’infezione. Si tratta di un evento rarissimo, grazie al severi protocolli di sterilizzazione ed asepsi degli strumenti chirurgici e della sala operatoria; dopo l’intervento comunque al paziente vengono sempre somministrati antibiotici per almeno 7 giorni per ridurre del tutto il rischio di infezione.
Quando si esegue un’operazione chirurgica invasiva si vanno a toccare numerosi tessuti innervati e può capitare, anche se raramente, che alcuni nervi vengano danneggiati; in tal caso si può assistere ad una temporanea diminuzione o perdita della sensibilità della cute che, nei casi più gravi, può anche essere permanente.
Il rischio di necrosi è molto remoto ed è dovuto all’insufficiente o assente apporto ematico ai tessuti. L’addominoplastica prevede la rimozione di ampie aree di cute in eccesso quindi è sempre possibile, teoricamente, che una parte di tessuto rimanga senza irrorazione e di conseguenza muoia; in questo caso il chirurgo può tentare di ripristinare l’irrorazione sanguigna oppure aspettare la guarigione della ferita e intervenire successivamente.
L’embolia polmonare rappresenta un rischio molto remoto, ma anche uno dei più gravi. Consiste nell’entrata nel circolo ematico di un trombo, costituito da adipe o altri materiali, che si può fermare a livello dell’arteria polmonare con gravissimi danni per il paziente o addirittura la morte. Per scongiurare i rischi di embolia viene eseguita una specifica profilassi e il paziente viene fatto alzare il prima possibile dal letto (l’immobilità aumenta i rischi di embolia). Anche il dolore cronico, dovuto all’inclusione di alcuni nervi nelle cicatrici, è un’evenienza rarissima.
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