L’IMU e la crisi del mercato immobiliare italiano
I dati indicatori del mercato immobiliare dicono che non è ancora tempo di ripresa. Causa IMU, TASI e molta incertezza. Nonostante questo investire in immobili da reddito è sempre una soluzione positiva.
La regola d’oro prevede che il “mattone” non tramonta mai. Anche e soprattutto nei in tempo di crisi. Perlomeno questa è stata una delle regole d’oro tramandate di generazione in generazione a tutti i livelli. Il periodo di difficoltà che sta attraversando l’Italia dura ormai da così tanto tempo che anche questo principio sembra esser stato messo in discussione, ma qualche piccolo segno di cambiamento sembra esserci.
Ciò nonostante, questo appare un buon momento per chi vuole acquistare ed investire in immobili, perché i prezzi, oramai da anni sono in discesa. Anche chi ha immobili da reddito, nonostante il versante avverso della tassazione estrema, a conti fatti, deve riconoscere che il rendimento dell’immobile al netto delle imposte, rimane pur sempre più elevato e di un penoso tasso bancario.
Le famiglie stanno di nuovo tornando ad avvicinarsi al mercato dei mutui (che infatti registra un +20% in soli tre mesi) anche grazie a una rinnovata disponibilità delle banche a concedere finanziamenti e a spread più vantaggiosi, in calo verso quota 2%. Accanto a questo, c’è poi la scelta di molti proprietari di immobili, che si stanno arrendendo (per così dire) al calo delle quotazioni ormai congiunturale e finiscono con l’accettare il prezzo proposto, per quanto lontano dalle aspettative iniziali. Secondo Nomisma, allora, questo porterà i valori finali del 2014 a quota 430mila vendite, vale a dire almeno il 7% in più rispetto allo scorso anno.
Per chi invece vuol puntare sugli immobili da reddito la più grossa preoccupazione, in questo momento, si chiama “Imu”, cioè l’imposta unica municipale che colpisce i proprietari di abitazioni. Se, fino allo scorso anno, a pagare la tassa erano obbligati tutti i possessori di immobili, nel 2014 è stata introdotta la Tasi che ha cambiato un po’ le cose ponendo anche a carico dei conduttori una tassazione più elevata rispetto a quanto accadeva in precedenza.
La situazione che si è definita in alcune città italiane per il pagamento dell’Imu 2014. A Napoli, la giunta De Magistris ha scelto di fissare le aliquote al 6 per mille per le abitazioni principali di lusso (con detrazione di 200 euro) e all’1,06% sugli altri immobili; aliquota all’8 per mille invece per le case date in affitto a canone concordato, e al 6,6 per mille per quelle locate a giovani coppie. A Genova, la decisione è 0,58% per le prime case di lusso, 0,96% per negozi e laboratori utilizzati direttamente dal proprietario, 10,6 per gli altri immobili. A Bari, invece, il Comune ha confermato le aliquote 2013, pari allo 1,06% con una serie di agevolazioni. Restando in Puglia, a Lecce le aliquote restano allo 0,4% sulle abitazioni principali, con detrazione di 200 euro, e 1,06% per gli altri immobili. A Parma, infine, le abitazioni di lusso avranno un’aliquota Imu del 6 per mille, mentre per gli altri immobili è all’1,06% con una serie di eccezioni.
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