Donne in politica: storie di intraprendenza, caparbietà e ambizioni
Laura Boldrini, Maria Elena Boschi, Daniela Santanché, Alessandra Mussolini, Rosy Bindi. Questi sono solo alcuni dei nomi delle donne che nel corso degli anni sono riuscite a occupare un ruolo e un posto importante nella politica del nostro paese.
Pur nella diversità delle loro caratteristiche, opinioni, posizioni, ognuna di loro ha dimostrato di avere carattere, forte personalità ma soprattutto delle grandi ambizioni che le hanno portate ad abbattere anche se con fatica i tipici stereotipi della nostra società e a diventare delle figure davvero importanti.
Eppure, nonostante questa raggiunta autonomia ci si pone ancora il problema delle cosiddette “quote rosa”. Ma cosa sono?
Fondamentalmente si tratta di norme finalizzate a tutelare la parità di genere all’interno del governo, assicurando alle donne un numero di posti riservati all’interno delle liste elettorali.
I vari partiti politici hanno assunto delle posizioni piuttosto diverse a questo proposito, ma ancora più sorprendente è stata la reazione delle stesse donne parlamentari, tutt’altro che unite nella difesa dei loro diritti.
Da una parte vi sono infatti i sostenitori delle quote rosa, i quali ritengono giusto evitare che la politica si trasformi in un’attività e in un affare prevalentemente maschile, penalizzando quindi quella femminile, che in questo modo non trova adeguata rappresentanza parlamentare. Un altro punto a favore sarebbe la possibilità di avere a disposizione un punto di vista diverso riguardo a molte proposte di legge.
D’altra parte c’è anche la posizione contraria alle quote rosa, che si è rivelata decisamente forte all’interno del dibattito politico.
Alcuni sostengono assurda l’idea di riservare un determinato numero di candidature alle donne, in quanto questo comporterebbe il dover riservare dei posti a tutte le minoranze presenti nel nostro Paese, cosa assolutamente impossibile. Altri ancora affermano che la questione delle quote rosa sia un fatto ancora più discriminatorio di quella disparità che le donne si sono sempre impegnate a combattere.
Un altro problema da eliminare è quello relativo al merito: sempre più spesso, le donne, così come gli uomini, riescono a ottenere degli incarichi importanti soltanto grazie a chi ha più potere, a chi occupa già da tempo una posizione stabile e indiscutibile, non valorizzando quindi le loro capacità e le loro qualità.
L’Italia, in cui viene dato molto valore alla comunicazione e all’esibizione della propria figura, questo fatto risulta particolarmente evidente, tant’è vero che stando ai dati stilati, nonostante alcuni miglioramenti con l’ultima legislatura, grazie ai quali la rappresentanza parlamentare femminile ha superato quella di Francia e Regno Unito, il nostro Paese si trova ancora molto indietro rispetto ad altre nazioni.
Quando arriverà il decisivo momento della svolta ancora non si sa, ma ciò che è certo è che le donne italiane sentono sempre di più il bisogno di far valere la loro intraprendenza, di imporsi, di far capire a tutti che essere “femmina” non significa non il avere coraggio di fare delle scelte e di assumersi la responsabilità di guidare un’intera nazione.
Lai Roberta
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