Auguri di Natale: usi e costumi tra le scrivanie
Il Natale rende tutti più buoni, o almeno così si dice. Ma siamo proprio sicuri che questo benevolo vento natalizio soffi proprio ovunque? In ufficio, ad esempio, possono strenne e zenzero addolcire i capi più intransigenti? L’atmosfera incantata di dicembre, con le sue luci e i suoi colori, riesce a coinvolgere anche i colletti bianchi più cinici?
Un’indagine di Euroffice.it svela cosa accade a Natale tra una scrivania e l’altra, se almeno con il passaggio della stella cometa ci sia qualcuno disposto a deporre spada e scudo per salire a bordo della slitta di Santa Claus.
Il 58% dei rispondenti, di cui il 31% uomini, non sembra “sciogliersi” nemmeno di fronte al naso rosso della renna Rudolph e preferisce evitare di arrivare in ufficio con pacchetti e pacchettini da distribuire ai colleghi mentre c’è chi, invece, veste con classe i panni di Babbo Natale e arriva in ufficio con una cesta piena di doni. Di fatto, il 27% degli intervistati decide di suggellare rapporti consolidati e di addolcire quelli un po’ più aspri presentandosi con regali destinati solo a fortunati prescelti. Solo il 4% dimostra di essersi calato totalmente nello spirito natalizio, portando doni a tutti i colleghi. Stessa percentuale per chi non riesce a tirare fuori il proprio lato migliore nemmeno il 25 dicembre e omaggia del proprio pensiero solamente il capo. Sarà per caso tempo di bonus?
Più classico, ma non così diffuso come si potrebbe pensare (solo il 7%), il cesto ricco di leccornie e prodotti tipici con cui il capoufficio dimostra riconoscimento al duro lavoro dei propri sottoposti.
Euroffice.it ha anche cercato di scoprire il senso più “profondo” del Natale, momento di condivisione e unione per eccellenza. Come si vive questa festa tra le scrivanie? Il classico panettone accompagnato da un bicchiere di spumante consente al 50% degli intervistati di non rinunciare al brindisi, senza per questo gravare pesantemente sulle casse aziendali. Probabilmente per lo stesso motivo, da ricondurre quindi alla contingenza economica, solo il 6% ha la possibilità di stappare champagne e deliziarsi di finger food a base di caviale (le abbuffate sono tutta un’altra cosa), in una location elegante a cornice di un party esclusivo. Testa china sul PC fino all’ultimo minuto invece per quel 17% di impiegati a cui non è concesso nemmeno una fetta di pandoro.
Momento desiderato ma controverso invece risulta la fantomatica “cena aziendale”. Quante donne (o uomini) vedendo rincasare il proprio partner a orari inconsueti e non proprio in condizioni invidiabili, alla domanda “com’è andata la cena?” si sono sentite dare risposte piuttosto evasive? Per il 24% degli intervistati infatti, la cena di Natale entra a pieno titolo tra quei segreti aziendali che nemmeno la CIA proteggerebbe con tanto ardore, mentre il 35% ammette semplicemente di essersi concesso qualche bicchiere di troppo, le cui conseguenze con ogni probabilità saranno la fonte dei pettegolezzi del giorno successivo. Un altro 24% del campione ammette candidamente di trascorrere una piacevole serata con i colleghi, per una volta con il nodo della cravatta allentato e lontano da ogni pressione lavorativa. E un ultimo 17% si rivela più misterioso rispondendo di non aver nulla da dichiarare a riguardo (qui forse qualcuno fa il furbo…).
Addobbi e lucine, un sorso di spumante e un bacio sotto il vischio, un dolce di marzapane e una spolverata di cannella: l’indagine condotta da Euroffice.it rivela che anche sotto l’albero in ufficio non manca la magia tipica di questo periodo. Se questo sia puro e nostrano spirito natalizio oppure solo un modo per evadere dalla routine, non è dato sapersi!
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