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Frattura bacino, come intervenire? approfondimenti

Quando si parla di frattura del bacino si fa riferimento ad uno spettro molto ampio di fratture. Vediamo, dunque, di fare chiarezza in merito alle cause di tali fratture e, soprattutto, alle relative modalità di intervento. La prima oltre che la più grave frattura è quella della cintura pelvica. Essa viene provocata da un trauma molto violento che, nella maggior parte dei casi, può essere responsabile anche di lesioni a livello viscerale tali da mettere in pericolo di vita il paziente.

I sintomi sono a dir poco riconoscibili. Il paziente, infatti, è in stato di shock e necessita di un intervento rapido. A questo stato si associano, poi, dolori, appunto, nella zona de l bacino, all’inguine, alle natiche e, in generale, nella zona iliaca. Non è da escludere, inoltre, l’extrarotazione del piede con conseguente accorciamento del relativo arto. Il primo trattamento di tale tipologia di frattura deve iniziare proprio sul luogo dell’incidente. Il paziente, infatti, deve essere immobilizzato e trasportato in una struttura sanitaria. Non appena stabilizzati i parametri vitali, si dovrà procedere con un trattamento di natura ortopedica. La riduzione cosiddetta con trazione continua, quella su tavolo ortopedico o la contenzione sono le tecniche che vengono utilizzate per fare fronte a simili traumi. In ogni caso, il paziente dovrà rimanere immobilizzato da due a tre mesi e dovrà svolgere vari esercizi per prevenire l’atrofizzarsi dei muscoli.

Un’altra tipologia di frattura è quella del cotile. In tal caso, si ha a che fare con una frattura che minaccia in maniera importante l’articolazione cosiddetta coxo-femorale. Le fratture del cotile si suddividono a loro volta in fratture da sfondamento ed in fratture legate alla lussazione dell’anca. Le prime sono causate da un trauma che genera una frattura trasversale. In questo caso si è soliti intervenire per con una riduzione per trazione. Nel secondo casi, invece, sarà sufficiente intervenire riducendo la lussazione e, se necessario, intervenendo chirurgicamente sull’orlo cotiloideo nel caso in cui la lussazione dovesse ripresentarsi. In ultimo, vi sono le fratture parziali del bacino che, com’è facile intuire, sono molto più semplici da trattare e guariscono in maniera più rapida. Nello specifico, sono le fratture del sacro, dell’ileo, dell’ischio e del coccige. A tali fratture, però, possono seguire alcuni piccoli ma fastidiosi dolori difficili da prevedere e prevenire.

È chiaro, quindi, che le lesioni del bacino sono, in ogni caso, molto complesse e, pertanto, è d’obbligo la massima cautela, è necessario anche verificare eventuali presenze di neoplasie. Per tale ragione, nel caso in cui sia necessario intervenire chirurgicamente, è fondamentale rivolgersi ad esperti del settore. Per stabilizzare le fratture potrebbe essere necessario, ad esempio, inserire viti o placche che, ovviamente, devono essere apposti con particolare scrupolosità e tenendo conto delle specifiche esigenze e caratteristiche del paziente che deve sottoporsi all’intervento. Per tenere sotto controllo il dolore post operatorio, è necessario prescrivere al paziente dei farmaci. Una cosa molto importante da tenere a mente riguarda, poi, il fatto che, a seguito dell’intervento, è opportuno prevenire la trombosi. Per tale ragione, ai pazienti che si sono sottoposti ad un intervento chirurgico al bacino si chiede di utilizzare delle calze elastiche.

Ma in che cosa consiste l’intervento al bacino?

In buona sostanza, l’intervento consiste in un’osteosintesi grazie alla quale si fissano i vari frammenti di osso. Tale tecnica può essere messa in pratica solo dopo che i frammenti si sono regolarmente allineati. Come detto in precedenza, dopo un simile intervento è necessario osservare un periodo di totale riposo di circa un mese al fine di agevolare la formazione del callo osseo. Dopo tale fase, è opportuno passare alla riabilitazione. In sintesi, la frattura del bacino non deve essere affatto sottovalutata e deve essere curata da medici specializzati, in grado di gestire ogni genere di complicazione. Nel caso in cui si abbia a che fare con la frattura del sacro, la prima cosa da fare è capire se essa ha provocato altre conseguenze. In caso contrario, è opportuno agire con specifiche terapie. L'intervento chirurgico è consigliato solo nei casi in cui la frattura risulta essere decisamente grave.

Comunicato di Avatar di profortprofort | Pubblicato Martedì, 19-Lug-2016 | Categoria: Notizie
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