Dreameat: il sogno americano parla italiano
Il pensare in grande e l’ambizione non sono concetti negativi. E se a farlo ci prova qualcuno che, con un progetto ben preciso, vuole andare molto lontano … ben venga.
Capita spesso che, perdendo il lavoro, ci si demoralizzi e si entri in una spirale di depressione. Si arriva a credere di non avere più speranze quando leggi che la disoccupazione giovanile raggiunge percentuali iperboliche e le imprese chiudono. Capita però, talvolta, che dalle situazioni negative nascano idee e progetti che ti ridanno la carica e che ti aprono orizzonti nuovi, mai prima considerati. E’ quanto accaduto ad un gruppo di persone, provenienti da campi diversi, che avevano un comune denominatore: il cibo e i viaggi. Come miscelare professionalità legate alla comunicazione, all’informatica, agli acquisti e alle vendite? Indubbiamente sfruttando il web. Ma nel web c’è ben poco da inventare, quindi? Quindi si sono detti “pensiamo in grande”. Effettivamente ci siamo sin troppo abituati alle idee (spesso poco interessanti) che sbarcano in Italia e, per il solo fatto di provenire dagli Stati Uniti, sono successi annunciati. Sarà il denaro? Non sempre. Abbiamo fagocitato la qualunque purché targata Made in Usa, dai libri ai programmi, dai film al cibo. Andiamo a Miami e non siamo mai stati in Sardegna, mangiamo gelato al sapore di pancetta e non sappiamo che sapore hanno i pistacchi di Bronte, ci facciamo persino maltrattare la pizza da un panino a stelle e strisce. Ecco, da queste chiacchiere da bar nasce Dreameat. Andrea Galli, ex Responsabile Acquisti nel settore metallurgico, con esperienze di lavoro con Cina, Medio Oriente, Usa, è il volto ufficiale di Dreameat. “Ma siamo un bel team. Siamo nati investendo quanto potevamo in un progetto che non scopre nulla, sia ben inteso, ma ha l’ambizione di volersi propagare a macchia d’olio. Sino ad oggi abbiamo visto grandi colossi del web, veri e propri totem inarrivabili che hanno imposto il loro brand al mondo. Come faremmo senza Facebook, Twitter, Instagram e tutti gli altri social network? Per non parlare di tutte quelle piattaforme che ci aiutano a trovare le mete turistiche che desideriamo, le scarpe tanto inseguite, quell’oggetto per la casa che eravamo ormai disposti a rubare alla vicina. Insomma, oggi non potremmo fare a meno di molte applicazioni e siti che sono diventati parte integrante della nostra esistenza. Noi ci siamo detti: facciamo un bel contenitore che accolga due canali: l’agroalimentare e il turistico; sfruttiamo la bellezza delle immagini, l’immediatezza dei video, arricchiamolo di quanto di meraviglioso, sconosciuto e spettacolare c’è da vedere nel nostro Paese e condiamo il tutto con la moltitudine di produzioni che permettono all’Italia di essere, probabilmente, uno dei paesi con il maggior numero di identità agroalimentari. Poi abbiamo pensato “e se facessimo la stessa cosa per altri stati? Turismo e Produzioni sono comuni a tutti, universalmente”. Così abbiamo registrato il marchio e acquistato i domini”. “Il nostro progetto ci impone di concentrarci, nel 2015, sull’Italia. Acquisendo clienti, coinvolgendo il maggior numero di Aziende grazie ad una politica di prezzo contenuto. Una volta si poteva finanziare tutto ciò che veniva proposto, oggi la crisi ha eroso molti budget anche di grandi Aziende e tutte, inequivocabilmente, sono diventate selettive. Emergere in un oceano così vasto come il web prevedeva il creare un bel prodotto e che costasse poco. Con i miei colleghi ci siamo quindi concentrati sul coinvolgere, sui territori, personale che si presentasse nelle Aziende e facesse una buona proposta, convincendo le persone a divenire parte attiva nella costruzione del sito, che indichiamo come in continuo ‘work in progress’”. Dopo una prima fase solo creativa oggi Dreameat si sta concentrando sulla ricerca di Aziende che capiscano le potenzialità del progetto e “investano” a livello pubblicitario su quest’idea. “Le risposte sono davvero confortanti, non credevamo di riscuotere subito successo. Ci mettiamo la faccia, cerchiamo di assorbire ogni consiglio, ogni appunto che ci viene fatto da chiunque; sperimentiamo tante piccole cose che vanno ad incastrarsi su una via maestra che abbiamo disegnato all’inizio. Anche i nostri collaboratori si stanno muovendo bene sui territori e credono al progetto. Questa è la fase del “pane e latte” come l’abbiamo simpaticamente soprannominata: cioè quella fase dove devi contenere al massimo i costi per reinvestire ogni centesimo sul futuro, mantenendo l’entusiasmo sempre alto”.
Dreameat è anche un’opportunità di lavoro per molte persone che oggi ruotano attorno al progetto: “Non siamo in grado di fare assunzioni in questa fase, quindi chi lavora con noi lo fa in qualità di libero professionista, ma ci sono commerciali un po’ su tutte le regioni italiane che presentano il sito alle Aziende e stanno avendo buoni risultati. Non dimentichiamoci che siamo in un periodo di crisi nera. Quindi ottenere risultati in un tale clima di sconforto ha del miracoloso. Da settembre/ottobre vedremo come riassestare i vari settori aziendali”.
On line dal 1 Aprile 2015, conta già un buon traffico grazie ai risultati ottenuti, in questa fase, con l’utilizzo dei social network. Intanto si cominciano a mettere le basi per il sito gemello spagnolo, Dreameat.es, al quale si penserà dalla metà del 2016 in avanti. “Stiamo lavorando tanto e con grande impegno su Dreameat.it ma sempre con uno sguardo fisso alla mission che ci siamo imposti in partenza: creare un network. Entro la fine del 2015 Dreameat.it sarà anche in Inglese, Cinese e Russo: le lingue del business. Ed è già allo studio un’Applicazione che vedrà probabilmente la luce prima di Natale.
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